La pratica della consulenza mi ha dato la possibilità di confrontarmi con alcuni aspetti che ritengo indispensabili nel rapporto con i miei clienti e per il raggiungimento dei risultati migliori: l’attenzione alle persone e alle loro caratteristiche, la condivisione del percorso, l’informazione chiara di quanto sta succedendo, l’apertura anche alle critiche, il monitoraggio costante e soprattutto la convinzione che prima di ogni teoria o approccio vengono le persone e i loro bisogni. Ogni percorso a carattere psicologico è soprattutto un incontro tra persone…
Mi pare giusto, innanzitutto, dare qualche breve informazione sui miei punti di riferimento culturali.
Sia nella pratica clinica che nell’attività di consulenza mi sono sempre rifatto a quelle scuole della psicologia riconducibili al grande ambito psicoanalitico e della sistemica: Freud, Anna Freud, Jung, Adler,Bion ma soprattutto Hilmann e poi ancora Minuchin, Bateson, Watzlawick, Selvini Palazzoli, Shein. Solo per citare gli autori che mi hanno accompagnato durante i miei studi, la mia formazione, le mie analisi individuali.
Le mia attività di ricerca mi ha permesso di approfondire gli elementi di metodologia. Ciò ha inciso notevolmente nella messa a punto di un mio personale modo di fare psicologia , centrato sull’individuo ma rispettoso di alcune regole e prassi indispensabili per la gestione delle diverse attività. Queste regole non mi hanno mai abbandonato fin’ora e sono state compagni di viaggio utili. Mettendomi in crisi a volte, dandomi spunti di miglioramento, sempre di consapevolezza su quanto stava succedendo a me e agli altri che a me si erano affidati.
Infine, la pratica della consulenza mi ha dato la possibilità di confrontarmi con alcuni aspetti che ritengo indispensabili nel rapporto con i miei clienti e per il raggiungimento dei risultati: l’attenzione alle persone e alle loro caratteristiche, la condivisione del percorso, l’informazione chiara di quanto sta succedendo, l’apertura anche alle critiche, il monitoraggio costante, la scelta che prima di ogni teoria o approccio vengono le persone e i loro bisogni.
Per cui credo che un buon percorso debba basarsi su questi presupposti.
Operativamente Il percorso sarà il risultato di una decisione presa congiuntamente tra lo psicologo e la persona che ne ha fatto richiesta.
Esistono però alcuni importanti passaggi.
Il primo colloquio: è finalizzato alla conoscenza delle problematiche e alla ricostruzione delle condizioni generali della persona ma anche alla comprensione, da parte del cliente, se il professionista sia la persona più adatta alle proprie necessità. L’obiettivo del primo colloquio è pertanto la comprensione condivisa di quali siano i problemi e, tra questi, quelli sui quali è più importante concentrasi.
La definizione di un “percorso personale”: prima di effettuare una scelta molto importante è necessario conoscere cosa comporta il percorso che si ha davanti, quanto tempo durerà, l’impegno necessario, gli aspetti economici. Avere consapevolezza di queste variabili rende più concreto e praticabile il lavoro che ci si accinge a compiere; le aspettative e gli obiettivi risultano più chiari rendendo più proficua quella relazione che è la componente fondamentale di ogni intervento psicologico.
I costi: Gli aspetti economici non sono marginali soprattutto in periodi di crisi come quello che attraversiamo.
Essi saranno oggetto di una attenta analisi sulle effettive condizioni di sostenibilità da parte delle persone. Sarà assicurata la massima trasparenza attraverso il rilascio di regolari ricevute. Per le tariffe si farà riferimento a quelle indicate nel tariffario dell’Ordine degli psicologi Nazionale e consultabile sullo stesso sito dell’ordine